TITOLO DELL’OPERA: “GOAL” E FOLLIA
CATEGORIA: forma pensiero associata ad un trauma subito nella vita attuale
DESCRIZIONE: Una donna rivive l’episodio in cui da bambina, all’età di un anno e mezzo, viene spaventata dall’improvviso urlo del padre che stava guardando alla televisione una partita di calcio. La paura viene percepita come una ragnatela che si fissa al cuore.
15 / “Goal” e follia / Ritorno (disipnosi evolutiva) / effettuato il 3/01/2013
La bambina ha un anno e mezzo. L’urlo del padre che guarda i mondiali di calcio alla TV la spaventa. (Non è un caso isolato). Il soprassalto di paura fissa una forma-pensiero – ragnatela bianca e blu- al cuore. Col ritorno la forma-pensiero viene scaricata per la pianta dei piedie il tabù passa all’affettività.
Nel corpo umano si ha un fitto intreccio di correnti bio-energetiche ed un ancora più largo intreccio viene dato dagli scambi interpersonali.
Curiosamente la nostra cultura accetta che vi sia una trasmissione di messaggi tra una rete di telefonini ma rende tabù la stessa facoltà possibile tra gli essere umani.
Negando il magico che corrisponde all’uso consapevole degli scambi bio-energetici si finisce col danneggiare fortemente sia l’individuo che la collettività come questa situazione evidenzia.
Il lavoro di bonifica della mente collettiva non va visto come utopico ma come lungo, difficile, capillare, possibile, indispensabile.