TITOLO DELL’OPERA: POLLO E TACCHINO CONTINUAVANO A PERSEGUITARMI
CATEGORIA: forma-pensiero associata ad un trauma subito nella vita attuale
DESCRIZIONE: Una donna accusa forte tensione alla gola e allo sterno e vive malamente il rapporto con la propria superiore al lavoro, che viene percepita, in una sorta di incubo, come un gallinaccio sempre pronto a beccarla. Durante il “ritorno” rivive lo spavento provato all’età di due anni, quando era stata inseguita da un tacchino. Rivive inoltre, da vittima, un episodio di pedofilia subito in un pollaio a 4 anni.
2 / Pollo e tacchino continuavano a perseguitarmi / Ritorno (disipnosi evolutiva) / 26/10/2011
Lo scenario in cui viveva la signora di questo secondo caso e che e ha effettuato il ritorno nel 2011 appariva quello di un pollaio da incubo.
La tensione presente, percepita nella gola e nello sterno, essendo molto alta, viene scaricata con forte crisi di pianto e dalla bocca con il respiro di lavaggio.
Nel posto di lavoro la caposala veniva sentita come un violento gallinaccio che continuamente la beccasse ed il ritorno effettuato individua le cause dell’incubo.
Si aggroviglia un insieme di episodi.
A 2 anni, un tacchino la insegue e le fa paura ma poi a quattro anni , sempre in un pollaio, abbiamo un episodio di pedofilia con il il padrino, “toccami!“, che la marca ulteriormente.
In tal caso la tensione parte dalla bocca dello stomaco e si scarica per la fontanella.
Il trauma, che viene recepito in situazioni di scarsa lucidità psichica per effetto di paura, soggezione, narcosi o altro può generare un condizionamento di tipo ipnotico, capace di riemergere in presenza di situazioni che abbiano una qualche risonanza con la situazione iniziale.
La sospensione del pensiero logico ha permesso l’innesto di un maccanismo analogico che va corretto.
In questo caso ad esempio, la caposala antipatica, ricreando un aggancio con gli episodi traumatici collegati al pollaio è in grado di generare un disagio difficilmente tollerabile alla signora in questione, disagio che poi si ripercuote in tutto l’ambiente di lavoro.
Il problema, estremamente diffuso, con una miriade di variabili, dovute alla diversa provenienza delle cause della tensione, è complicato dal fatto che il meccanismo resta inconscio ai soggetti coinvolti.
Nel tracciato del tempo la registrazione (samskara) del trauma si presenta come una forma-pensiero carica di bio-energia (prana) bloccata e pertanto non disponibile.
La nostra cultura, non prendendo in considerazione la quarta dimensione, non scorge tale livello di blocco che impedisce in normale flusso energetico ma il soggetto sintonizzato con tale forma-pensiero, la percepisce fin troppo bene, localizzata in un punto del proprio corpo come un ingombro, una tensione predisponente una somatizzazione. Da qui, fragilità mentale, depressioni ecc., tamponate con ingestione di pillole che non risolvono il problema di base per cui il fenomeno, sempre più diffuso, diviene di interesse non solo psicologico o psichiatrico ma, in generale, medico. Con l’abreazione derivata dalla presa di coscienza dell’antico trauma si libera l’energia e si ha sollievo immediato e persistente.
Nel caso specifico, lo scarico dalla fontanella fa intravvedere una predisposizione favorevole all’attivazione della Kundalini, fattore evolutivo fondamentale (cfr. caduceo, attuale simbolo dell’Arte Medica) con possibilità notevoli di evoluzione spirituale nel soggetto.